mercoledì 30 settembre 2015

Dalla Terra a Marte: una partenza storica.

Finalmente era arrivato il tanto atteso giorno della partenza. Tra poche ore sarei stato catapultato nello spazio insieme a Connor, mio compagno ed amico. Dopo anni di ricerche e di prove, molte delle quali andate male, si era arrivati ad una soluzione per mandare per la prima volta l'uomo su Marte. Ci erano voluti decenni dalla scoperta della presenza di acqua allo stato liquido sul pianeta Rosso, a questo giorno. Il giorno in cui l'umanità avrebbe compiuto un grandissimo passo, al quale ne sarebbero seguiti molti altri negli anni a venire. Il giorno in cui Victory 092815b sarebbe partita dalla Terra con due uomini a bordo pronti per un viaggio di tre anni, otto mesi e venticinque giorni verso Marte, poi altrettanti per tornare sulla Terra, con lo scopo di prelevare centinaia di campioni e testare diverse ipotesi per avere un'idea estremamente più chiara del pianeta. Nel caso fosse stato in qualche modo abitabile, si sarebbe provveduto a mandare una grossa navicella con centinaia di persone di tutte le età ed etnie per colonizzare il pianeta Rosso, da sempre sogno dell'umanità. Tutto questo era possibile principalmente grazie ad un nuovo materiale scoperto più di mezzo secolo prima da uno studioso sudamericano: il sivel. Questo materiale era stato creato quasi per caso dall'unione di diverse leghe ed elementi tra di loro. Inutile dire che la "ricetta" originale era rimasta segreta. Ormai tutto faceva denaro, in questa società sempre più egoista. Il sivel era 150 volte più forte dei materiali di uno Shuttle del ventunesimo secolo. Poteva tranquillamente affrontare un duro viaggio come quello che stava per sostenere Victory, creata quasi interamente con il sivel. Ma soprattutto permetteva velocità infinitamente maggiori, mantenendo lo stesso equilibrio nell'abitacolo. Tutto questo insieme aveva appunto permesso di poter fare quello che stava per accadere.

Io ero nella mia camera all'interno del centro spaziale, mi stavo preparando. Era indescrivibile quello che stavo provando in quel momento, stavo per passare alla storia come il primo uomo su Marte. Anzi, se ci pensavo, ormai ero già passato alla storia, ormai ero sui libri. Avevo come un mix di emozioni in corpo: ansia, paura, ma soprattutto felicità e determinazione. Alle spalle avevo cinque anni di dura preparazione per i prossimi sette anni e più che mi aspettavano. Anzi, in effetti gli anni di preparazione erano di più, se contiamo quelli non dedicati alla vita nella navicella. Nonostante il miscuglio di emozioni che avevo dentro, io ero prontissimo per partire alla volta del nuovo pianeta, sconosciuto alla visione di un occhio umano dal vivo.
Stavo prendendo la mia tuta... la targhetta recitava il mio nome: Murphy. Provavo orgoglio in quel momento. Ero fiero di me stesso.


Ero pronto. D'un tratto l'altoparlante centrale avvisa me e Connor di recarci al

martedì 29 settembre 2015

Litigare è normale, ma fatelo bene.

A volte si litiga. Si litiga con tutti: amici, fratelli, moglie o marito, parenti in generale, sconosciuti... insomma, succede. In un qualsiasi rapporto, prima o poi è normale che si abbia anche solo un piccolo litigio. Anzi, io sono dell'opinione che sia anormale il contrario, dato che essendo tutti noi diversi dagli altri, i nostri caratteri facilmente potrebbero andare in contrasto. E in effetti, spesso il litigio non è altro che un'opinione diversa su un dato argomento, o meglio, spesso è scaturito dalle diverse opinioni che ci sono in un rapporto. Oppure, altre volte il litigio viene causato da una o più incomprensioni. Magari capita che in quel momento due o più persone stanno dicendo la stessa cosa, solo con modi, toni e parole diverse. Oppure semplicemente a volte ci sono situazioni in cui una persona spiega una determinata cosa, e l'altro semplicemente non capisce. Sostanzialmente non è nemmeno colpa di quest'ultima persona, non ci sono vere e proprie colpe... ma in quei casi si dovrebbe solo provare a dire la cosa in modo diverso, più semplice e comprensibile.
Come appena elencato, i litigi possono provenire davvero da tanti tipi di motivi. A volte anche dalla paura. Paura che però è molto soggettiva, e quindi spesso per risolvere i litigi che ne scaturiscono c'è bisogno di pazienza e buona volontà.

In ogni caso, indipendente dal motivo scatenante, ci sono litigi di diverse intensità. Di solito, un litigio è più forte o perché si sono usate parole più pesanti, o più spesso perché è proprio l'argomento in questione ad essere pesante. Ma, pesante o non, un litigio si risolve solo nel momento in cui da tutte le parti coinvolte c'è l'intenzione reale di mettere le cose a posto. E poi ovviamente, se c'è qualcuno che ha sbagliato, di dovrebbe mettere da parte l'orgoglio e scusarsi con l'altra o le altre persone.
Anche se, io credo che alcuni litigi spesso tra amici siano addirittura voluti. Si ricorre al litigio per mettere fine ad un rapporto che ci sta stretto, ma ciò è sbagliatissimo a mio avviso... si parla. Si parla in qualsiasi genere di rapporto, se ne parla se ci sono problemi! Non bisogna essere egoisti o menefreghisti.

"L'amore non è bello se non è litigarello", si dice. Beh io lo trovo giusto, perché in fondo è vero. Sono dell'idea che un rapporto ( e non solo tra due fidanzati ) senza qualche litigio ogni tanto, seppur piccoli o brevi, non si possa considerare "completo" Il motivo principale è uno solo: a mio avviso, se due fidanzati, due amici o chi per essi non hanno mai litigato, non possono dire di conoscersi bene. Piuttosto potrebbe essere che quel rapporto non funziona, perché è una cosa che succede... noi non siamo fatti per essere compatibili con tutti. Quindi nella nostra vita incontreremo persone tanto compatibili con noi stessi, ma altre meno. Sta a noi poi valutare un caso o l'altro e prendere le relative decisioni, ma sempre nel completo rispetto dell'altra persona. Come dicevo prima, non bisogna essere egoisti: parlare non ci costa nulla, e anzi non fa altro che bene.

E' tutto anche per oggi! Spero che questa mia riflessione sia stata di vostro gradimento. Nel caso, fatemelo sapere lasciando un +1 o un commento. Se siete interessati ad altre riflessioni simili, sulla destra della mia Home Page, sotto il nome di "Etichette", ce ne sono altre. Per ora ne sono poche, Però se vi interessano delle storie ne ho diverse! Tutte scritte da me, le trovate sempre nelle Etichette sotto la voce "Storie". Oppure qui trovate l'ultima!
Nel caso vi piaccia quel che scrivo, seguitemi!
Grazie, alla prossima!

lunedì 28 settembre 2015

Dalla noia al terrore.

Era solo in casa. Quella sera i genitori di Adam erano fuori, il padre aveva deciso di portare la madre al ristorante per il loro anniversario di matrimonio. E lui aveva già programmato una serata a base di film e pop corn. Appena i genitori erano usciti, Adam si era catapultato in cucina, ed aveva inserito una busta di pop corn nel microonde. Intanto, aveva anche preparato il DVD con il film da guardare quella sera, un horror. Lui ne andava matto, provava ogni volta ad analizzarli e a dare un senso agli omicidi... lo divertivano.
Tirati fuori i pop corn dal microonde, li aveva presi e portati in salotto. Si era messo comodo sul divano ed aveva schiacciato PLAY.
Il film era partito. Non sapeva di cosa parlasse perché quel pomeriggio l'aveva comprato velocemente, e solo per via del titolo accattivante e della copertina con lo sfondo rosso sangue. Aveva bisogno di qualcosa per tenersi occupato quella sera, ed aveva pensato che un nuovo horror avrebbe proprio fatto al caso suo. Sperava solo di non essersi sbagliato e che quindi quella sera non si fosse annoiato.
Dopo quasi metà film, però, stava per addormentarsi... mancava poco, ma poi aveva sentito distintamente un rumore. Allora aveva abbassato di qualche tacca il volume della tv, per capire da dove fosse venuto e se l'avesse sentito di nuovo. Ma nulla, quindi tranquillizzatosi era tornato a guardare con calma il film. Ma la quiete non era durata molto: poco dopo aveva sentito un forte urlo, sembrava quello di una ragazza... un urlo straziante proveniente dalla camera dei suoi genitori. Aveva immediatamente messo in pausa il film e si era alzato in piedi. Uno sguardo terrorizzato dominava il suo volto, il viso era pallido e il suo corpo accennava un insistente tremolio.
Aveva afferrato l'attizzatoio del camino, deciso nonostante il terrore di andare a vedere di cosa si trattasse. Era scalzo, stava camminando lentamente per il corridoio, quando ad un tratto ecco un altro urlo, stavolta più forte, lungo e supplichevole del primo. All'udire quest'ultimo urlo, Adam rabbrividiva al solo pensiero di avventurarsi più in fondo di dov'era. Ma doveva farlo, in quel momento era lui il padrone di casa e doveva capire cosa stesse accadendo in quella camera. Nonostante il perenne terrore Adam si era inoltrato verso la fine del corridoio, e stava per sbucare di fronte alla porta che conduceva alla camera dei suoi genitori. Aveva avvicinato la sua mano alla maniglia della porta, la stava aprendo... aveva raccattato tutto il coraggio rimanente in sé, così l'aveva aperta di colpo, come se avesse tirato via un cerotto. Il buio. Adam stava accendendo la luce, ma all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno un altro urlo parte dal letto matrimoniale dei suoi genitori. Si era girato verso il letto e aveva visto che c'era una ragazza mora, vestita di bianco ma con i vestiti logori, scalza e sporca che urlava come se una lama la stesse trafiggendo. Adam era scoppiato in un potente urlo alla vista della ragazza, le aveva lanciato l'attizzatoio e poi era fuggito verso il salotto, alla ricerca di un cellulare per chiamare la polizia. Ma mentre correva nel corridoio, era caduto a terra. Sentiva le urla della ragazza sempre più vicine, allora velocemente si era rialzato ed aveva continuato la sua corsa.
Ma arrivato nel salotto c'era un'altra sorpresa che lo attendeva: un uomo

domenica 27 settembre 2015

L'angolo informatico: Google compie 17 anni! [#2]

Oggi, 27 Settembre 2015, Google compie 17 anni. 17 anni di successo, impegno e dedizione per l'azienda, divenuta ormai da anni leader nel suo settore. Anche se in effetti, fino al 2005 Google festeggiava il suo compleanno il 7 di Settembre, perché è da quel giorno sempre nel 1998 che divenne realmente operativa. Però, 10 anni fa decisero di iniziare a festeggiare il compleanno nel giorno del raggiungimento di un record: quello delle pagine indicizzate.
Google è cambiata tanto nel corso di questi anni. Sia dal punto di vista grafico, che da quello dei contenuti. Anche il logo negli anni è variato, pur restando fedele al modello iniziale. Diciamo che si è solo modernizzato. E anzi, proprio qualche giorno fa Google ha aggiornato il suo logo, forse per il fatto che si stava avvicinando il suo 17° compleanno. Stranamente, il Doodle che google ha utilizzato in molti paesi del mondo per autocelebrarsi, non è presente negli Stati Uniti.
In ogni caso, potete trovare un viaggio di questi 17 anni qui. Sono presenti diverse foto dell'epoca e alcuni Doodle del passato con i quali Google ha celebrato i suoi compleanni. Inoltre, tutto ciò è accompagnato da una breve descrizione:
Nel mondo della programmazione, il 17 è considerato il numero meno casuale. Presumere che siamo riusciti ad arrivare sin qui senza un pizzico di fortuna, però, sarebbe come dire che le lava lamp, i

sabato 26 settembre 2015

Il nostro passato condiziona il nostro presente e il nostro futuro.

Perché non ci piace quella cosa? Perché invece amiamo quell'altra? Di solito si pensa che è questione di gusti. Ognuno di noi ha i propri ed ogni persona è diversa dall'altra. Ed è così, ma non sempre e non tutto. Insomma, è una verità a metà.

Facciamo un esempio: a me stanno antipatici a pelle le persone con i capelli rossi e le lentiggini. Però, mi piacciono molto i capelli mossi ( non su di me ). Ora, normalmente ci verrebbe da dire "beh, sono gusti! Tu sei così, un altro è in un altro modo". E va bene eh, ci sta. E' anche così, come detto prima. Però c'è da considerare un importante fattore, ovvero l'esperienza. Le nostre esperienze sono fondamentali per poterci creare delle preferenze o delle antipatie. E questo soprattutto da bambini. Infatti è in quella fascia d'età che secondo me iniziamo a formare il nostro carattere, il nostro essere. Di fatto, è sin da quando ero bambino che mia madre ha i capelli mossi-ricci, dunque potrebbe essere per questo che a me piacciono i capelli mossi. Voglio dire, sono le esperienze, le persone, gli episodi che segnano sin da bambini il nostro carattere ma in particolare le nostre preferenze su qualcosa. Io potrei odiare le persone con i capelli rossi e con le lentiggini perché, quando ero piccolo, un ragazzino antipatico con quella descrizione faceva il prepotente con me e con mia sorella. Quindi se vogliamo il mio subconscio, da quegli episodi, mi ha detto che quella tipologia ( per quanto riguarda l'aspetto fisico ) di persone non sono simpatiche. Come per il fatto che mia madre abbia i capelli mossi, mi ha detto che quello è un fattore "giusto", una cosa da apprezzare nelle persone. E di conseguenza, il fatto che i capelli mossi mi piacciano ma le persone con i capelli rossi e con le lentiggini no potrebbe trovare spiegazione in tutto questo.
Un altro esempio potrebbe essere quello di una mia cara amica: lei odia i bambini con i capelli biondi. Nel suo caso, si è avanzata l'ipotesi potrebbe essere

venerdì 25 settembre 2015

Parti e non fermarti mai.

Ero in metró, diretta a lavoro. Stavo leggendo una rivista di gossip che avevo acquistato in un'edicola, la quale si trovava poco prima della fermata. L'avevo presa perché la modella in copertina aveva il mio stesso nome... Brittany. Di fianco a me c'era un'anziana signora, sulla settantina, con un bastone ed una busta di carta piena di cose. Sembrava avvolta dai suoi pensieri. Dall'altra parte invece, un uomo d'affari in giacca e cravatta, calvo e con la barba che era alle prese con il suo smartphone. Probabilmente in questioni lavorative... ormai lo fanno quasi tutti, è più comodo. Di fronte a me avevo una signora con i suoi due piccoli figli. I bambini si muovevano in continuazione, non stavano mai fermi. Mentre la madre, tentava invano di tenerli zitti e fermi.
Oggi era un giorno importante per me: avrei potuto ottenere finalmente una promozione. Avevo tutto quel che mi serviva nella mia valigetta, dalla mia penna USB con diverse presentazioni al suo interno a decine di fogli sui quali avevo riportato il mio piano per l'azienda. Speravo di fare centro, perché se fosse successo avrei potuto dare una svolta alla mia vita. Una promozione equivale ad un guadagno maggiore, e quindi a più possibilità economiche. Sognavo da tempo di avere una bella casa tutta mia... quella poteva essere la mia occasione!

La metropolitana si stava fermando alla stazione subito prima della mia e la vecchietta stava scendendo. Io intanto ripassavo nella mia mente il discorso che avevo preparato... "...in questo modo, tutta l'azienda ne beneficerà! Se seguirete questo schema, vedrete che i profitti balzeranno come minimo ad un +16%...". Avevo fatto mille calcoli in quei giorni. Dalla mia avevo anche il fatto

giovedì 24 settembre 2015

I segreti della notte.

Stava calando la notte. Preston e Vicky si trovavano in un bosco, e stava diluviando. Correvano, in cerca di un qualsiasi riparo da quella tempesta. Si erano allontanati dal loro gruppo per avere un po' di privacy, ma poi si erano persi. Non avrebbero mai creduto che sarebbe potuto piovere in quel modo, ed infatti la tempesta li aveva colti di sorpresa. Eppure le previsioni davano bel tempo almeno fino al giorno dopo... era strano.
Il percorso era pieno di pozzanghere e si sentiva il rumore dei passi dei due ragazzi. L'acqua schizzava dappertutto, e non solo dalle pozze ma anche dagli alberi: la pioggia era così forte che la copertura naturale creata dai rami e dalle foglie veniva quasi del tutto annullata. Inoltre c'era un fortissimo vento che tirava da destra, il quale rendeva la pioggia ancor più fastidiosa. Il paesaggio, quando era giorno e c'era bel  tempo, era mozzafiato: da un lato c'era un enorme dirupo , dal quale a valle proseguiva il grande bosco, mentre dall'altro lato c'erano alberi e cespugli a non finire. Inoltre nel bosco c'erano vari percorsi, e quello che stavano percorrendo Preston e Vicky era il più vicino al dirupo. Ma in quel momento ai due ragazzi non importava del paesaggio. Volevano solo trovare un riparo, ed in fretta. Erano ancora intenti a correre, ma niente... in fondo, chi avrebbe costruito una casa in un bosco, per di più vicino ad un dirupo? Avevano deciso di addentrarsi nel bosco sperando di riuscire ad uscirne, prima o poi. Ma dopo pochi metri, si erano sorpresi notando poco più in là una casetta di legno. Si vedeva che era antica. Non solo dal legno con cui era edificata, ma anche dal fatto che per una parte era coperta di edera rampicante.
I due si erano guardati per un attimo in faccia, poi insieme avevano deciso di andare verso la porta dell'abitazione. Erano felici di averla trovata.
Avevano bussato, ma niente. Ci avevano provato di nuovo, ma ancora nessuna risposta. Allora Preston stava per provare ad aprire la porta, ma appena aveva avvicinato la mano alla maniglia, pian piano la porta si era aperta... i due ragazzi si erano guardati ancora per un attimo in faccia, ma per il momento erano scappati dentro e avevano chiuso la porta.
Chi li aveva aperti? Lì dentro era completamente buio. Solo qualche lampo ogni tanto illuminava l'ambiente. L'unica stanza della casetta era abbastanza grande, ma appunto era l'unica.
Stavano vagando per la stanza, in cerca di qualcosa... poi Vicky aveva trovato una candela. Era su di un tavolo. Preston si stava avvicinando a lei, ma il suo piede aveva pestato qualcosa. Era una scatola semi-vuota di fiammiferi! Allora subito i due avevano provato ad accendere la candela. Al secondo tentativo, la candela si era accesa.
Si erano girati per guardare finalmente dove erano finiti: era una stanza con due

mercoledì 23 settembre 2015

Scegliere il nostro futuro troppo presto: ecco quel che penso e la mia esperienza.

Salve a tutti!
Oggi voglio parlarvi di un argomento che personalmente ha condizionato non poco la mia vita. Sto parlando della scelta della scuola secondaria di secondo grado, colloquialmente "scuola superiore".
Prima o poi, tutti i ragazzini sono messi di fronte a questa scelta: alcuni hanno idee ben chiare, altri un po' meno. Le scuole superiori organizzano anche visite alle scuole medie nei dintorni, in modo da provare ad indirizzare gli alunni. Tutto ciò sembrerebbe il massimo: se ci mettiamo nei panni di un ragazzino di 13 anni circa, possiamo ben immaginare come, tra consigli dalla scuola, da casa e dagli amici, la scelta possa essere parecchio più facilitata. 
E invece, esistono situazioni diverse tra di loro... fin troppe. Prima di tutto, non tutti i ragazzini a quell'età riescono a mettere insieme tanti pareri e consigli provenienti da tante parti diverse e decidere in modo giusto. Alcuni come abbiamo detto prima hanno già la loro idea e non hanno nemmeno bisogno di tutto ciò, altri con i pareri, consigli, ecc... riescono ad indirizzarsi, ma coloro che invece si confondono ancor di più? Vogliamo parlarne o li lasciamo al loro triste destino? Tutto questo ovviamente mi porta ad un'altra situazione, quella che secondo me è la situazione scatenante. Sono dell'idea, e credo fermamente di non essere l'unico, che un ragazzino di 13 anni, non possa scegliere cosa fare della sua vita già a quell'età. Mi spiego meglio: in terza media, tutti noi siamo messi davanti ad una scelta: quale scuola vuoi scegliere? Che

martedì 22 settembre 2015

Un'intelligenza superiore. [PARTE 2]

Un'intelligenza superiore. [PARTE 1] qui.

Il paesaggio che mi aspettava era simile a quelli che di solito si vedono solo nei film di catastrofi naturali: alberi abbattuti o sradicati, auto ribaltate o bruciate, segnali stradali a terra, case ed edifici scoperchiati e mezzi distrutti... non avrei mai pensato di poter assistere in prima persona alla fine del mondo. 
Lì fuori, solo un paio di mesi prima, c'era un bel parchetto. Esso aveva una fontana al centro che sgorgava acqua ininterrottamente, e si scorgevano sempre bambini che giocavano tra di loro lì intorno. Quel luogo ispirava calma, tranquillità... in quel momento invece, più lo guardavo e più mi angosciavo. Era tutto distrutto... come distrutta era anche la mia famiglia.

Ero a lavoro il giorno in cui misero la città in quarantena. L'obbligo era di restare nel posto esatto nel quale ci si trovava in quel momento. Nella mia fabbrica avevano chiuso immediatamente i cancelli, così ci eravamo tutti rifugiati in mensa. Mia moglie Christine e i miei due ragazzi Michael e Jessie dovevano essere a casa al sicuro... o almeno era quello che pensavo, finché non avevo chiamato Christine. Purtroppo, non si trovavano in casa, bensì al supermarket... lei piangeva, i miei figli piangevano... avrei voluto fare qualcosa per portarli via da lì, per portarli da me, ma non potevo. Così tentavo di tranquillizzarli con le parole, dicendogli che era tutto ok, che tra non molto saremmo potuti tutti tornare a casa nostra, al sicuro. I luoghi comuni come centri commerciali, piazze, negozi, erano i posti più a rischio, perché gli Jumpair colpivano prima di tutto dove avvistavano gente. Ebbene così era stato. Dalla tv sapevamo che stavano scendendo da nord e che si avvicinavano sempre di più alla nostra città. Poi, all'improvviso avevamo udito tanti scoppi uno dopo l'altro, spari, urla. Avevo provato subito dopo a chiamare Christine, ma non c'era stata nessuna risposta dal suo cellulare. Niente più dopo quel "ti amo, a dopo" in lacrime. Il mio cuore piangeva di dolore, ma era tempo di vendicarsi. Dovevo vendicare mia moglie e i miei figli, non importava quale fosse stato il prezzo da pagare.
Ma morivo di fame, quindi per il momento mi ero incamminato in cerca di cibo.

Forse al negozio di alimentari in città era rimasto ancora qualcosa... non ne ero sicuro, ma bisognava controllare. Stavo percorrendo la strada principale, dove

lunedì 21 settembre 2015

Un'intelligenza superiore. [PARTE 1]

Erano trascorsi due mesi dall'invasione. Il mondo da quel giorno non era più lo stesso. Le autovetture non transitavano più, le fabbriche e i negozi erano tutti chiusi, i classici rumori ai quali la città ci aveva abituati erano svaniti nel nulla, come se tutto d'un tratto le persone fossero sparite. E in effetti, la realtà non distava molto da ciò. Tutte le persone ancora vive dopo la guerra lampo erano rifugiate o nelle loro abitazioni, rinforzate con travi e pezzi di legno o di metallo per cercare di resistere ad un possibile attacco, oppure in gruppi nati poco dopo la conquista del pianeta Terra da parte degli Jumpair. Gli Jumpair... creature robotiche create dall'uomo stesso, che con il passare degli anni hanno preso sempre di più il controllo di tutto. E pensare che in principio erano stati creati semplicemente per servire l'uomo. Infatti, i primi erano simili a domestiche: svolgevano tutte le mansioni di casa, commissioni, e dopo anche questioni d'affari, prediligendo quelle che necessitavano di calcoli matematici molto complessi. Si sa, l'uomo riesce fino ad un certo punto, e così la maggior parte di quei compiti spettavano sempre più spesso ai robot. Poi sono passati ai domini del web, ad esempio l'acquisizione di Google, seguita dopo poco tempo da quella di Facebook, e pian piano tutto il mondo virtuale...
Ma la corda era stata tirata troppo, così si era spezzata. Non ci era voluto tanto
tempo per iniziare a vedere un robot a capo di Google. Poi uno che era leader del mercato in borsa. Poi un altro ancora candidarsi per le elezioni presidenziali Tedesche. Arrivati a quel punto, però, era già troppo tardi... ricevuto il rifiuto da parte delle più alte cariche degli Stati di tutto il mondo alla candidatura di un robot come Capo di una Nazione, essi iniziarono con il ribellarsi. Possiamo considerare quest'ultimo episodio un po' come la goccia che aveva fatto traboccare il vaso... un vaso troppo pieno di uomini che non si erano resi conto della situazione che si stava generando se non quando ormai era irrimediabile. Un vaso che, inserita l'ultima fatale goccia, era caduto rovinosamente a terra mietendo milioni di vittime innocenti con stragi in tutto il mondo: da New York a Sidney, da Tokyo a Parigi. Anche se, in fondo, erano stati un po' tutti complici degli Jumpair... ognuna delle vittime avrebbe dovuto immaginare il disastro al quale si sarebbe potuto incorrere se un'intelligenza artificiale avesse preso il controllo di tutto, il controllo del mondo! Ognuna di loro avrebbe potuto fare

domenica 20 settembre 2015

L'angolo informatico: come risolvere un problema DNS. [#1]

Salve a tutti! Dopo i due racconti dei giorni passati, oggi sono qui per raccontarvi qualcosa di diverso.
Come spiegato nel mio primo post , ho creato questo blog non solo per raccontare storie pensate e scritte da me, ma anche per affrontare tematiche informatiche, magari per dare aiuto a chi ne ha bisogno, sia indirettamente che come risposta ad eventuali commenti. 
Colgo inoltre l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno dedicato del tempo per leggere le due storie dei giorni scorsi, ci ho messo davvero tanto tempo ed impegno e spero vi siano piaciute!

Fatta questa introduzione, veniamo all'argomento di cui voglio parlarvi oggi: problema e soluzione nel caso si riscontrino messaggi d'errore quali
" DNS_PROBE_FINISHED_NXDOMAIN ", " DNS_PROBE_FINISHED_NO_INTERNET " oppure " DNS_PROBE_FINISHED_BAD_CONFIG ". 
http://www.fixerrs.com/2015/01/Dns-Probe-Finished-NxDomain.html
Devo precisare però che esporrò solo la soluzione trovata da me, e quindi non le altre possibili soluzioni esistenti dato che ho la certezza al 100% solo con il metodo utilizzato da me. 
Innanzitutto io utilizzo una connessione poco comune, che si chiama Onair Wireless Network. Dunque se avete codesta compagnia, il metodo che sto per spiegare potrà essere ancora più efficace.
Il mio problema sussisteva ormai da mesi: ogni tanto, senza un apparente motivo, quando aprivo un qualsiasi browser o social network ( principalmente da cellulare ) mi appariva uno dei tre messaggi sopraelencati oppure un messaggio che di solito appare quando non si ha connessione internet. Eppure, Whatsapp funzionava perfettamente. La connessione chiaramente c'era, solo che a quanto pare, c'era anche un problema con il DNS ( che, in breve, trasforma quello che noi digitiamo in indirizzi IP, per facilitarci di molto la ricerca web ).
Però non capivo perché delle volte funzionava ed altre no. Per un po' ho convissuto con questo problema, ma ad un certo punto era

venerdì 18 settembre 2015

Un nuovo inizio.

Era una fredda mattina d'inverno. Gli alberi ormai spogli mostravano il loro legnoso scheletro: sembravano soffrire anch'essi quel pungente gelo che avvolgeva tutto. Le poche foglie giallastre che ancora sopravvivevano, erano sballottate a destra e a manca da un forte vento che già incombeva minaccioso sul paesaggio. Il piccolo lago lì vicino era quasi del tutto ghiacciato, solo grazie al vento riusciva a restare ancora in uno stato semi-solido.
Ethan quella mattina si era svegliato presto, aveva una commissione da sbrigare in città, ma per via del clima proibitivo era rimasto in casa. Era uscito fuori solo per prendere la legna necessaria ad accendere il fuoco, senza si gelava. Mise sul fuoco un bollitore con l'acqua del suo pozzo all'interno. Una volta pronta, aveva versato il contenuto in una tazza con una bustina di te' ai fiori di loto. Era il suo gusto preferito, diceva che quando lo sorseggiava, gli ricordava l'infanzia.
Era seduto in salotto, sulla sua poltrona preferita: pagata con i soldi ricavati dal suo umile lavoro di falegname. Era il suo gioiellino e stava sempre attento a non macchiarla o sporcarla. Essa era messa ad un lato del camino, nel quale scoppiettava la legna bruciata dal fuoco. Era il solo suono, insieme al rumore delle finestre scosse dal vento, in quella casa di campagna.
Prese una vecchia rivista dal tavolino alla sua destra: la aprì e le diede un'occhiata, poi però una foto di una bella donna le ricordò sua moglie... sua moglie, venuta a mancare solo cinque mesi prima. E quella donna le somigliava così tanto... o forse, era solo la sua mente che ormai associava al viso di ogni donna che vedeva, quello della sua defunta moglie. Aveva lasciato un vuoto incolmabile nel suo cuore, la sua vita non era più la stessa dopo quel triste giorno di Agosto. Da quel giorno, lasciò la città per trasferirsi definitivamente nella loro casa di campagna, ormai appartenente solo a lui. Sperava che cambiando luogo il dolore sarebbe potuto essere inferiore, ma si sbagliava.
Quando una persona ce l'hai nel cuore, non basta un cambiamento fisico per scacciare il brutto pensiero della sua morte. Bisogna metabolizzare con il tempo. Il tempo è la chiave di tutto.
Buttò la rivista di nuovo sul tavolino dal quale l'aveva presa e sorseggiò un po' del suo te'... gli tornò in mente quando era un bambino, quando giocava con i suoi fratelli e si divertiva, eccome se si divertiva... di tanto in tanto suo fratello minore si faceva sentire per telefono, una chiacchierata veloce per sapere come stava e fine. Forse avrebbe voluto un confronto più duraturo, ma era troppo orgoglioso per dirglielo.
Ma proprio mentre Ethan era immerso nei suoi pensieri, qualcosa rapì la sua

giovedì 17 settembre 2015

Un risveglio tormentato.

Suona la sveglia.
Non mi va di alzarmi... stanotte ho dormito poco e male: la rimando di 5 minuti.
Suona la sveglia, di nuovo.
Guardo l'orario: 06:35. Cosa?? Ma... mah, mi converrà alzarmi, tanto non posso rimandare all'infinito... devo andare a scuola.

Sarah odiava la scuola. Per lei quello era il primo giorno dopo un'estate molto tormentata: iniziata male e finita peggio. Nel mese di Giugno sarebbe dovuta partire con i genitori per un viaggio in Corsica, ma due giorni prima della partenza era stato annullato tutto per via di una chiamata di lavoro estremamente urgente di suo padre. Luglio invece era iniziato alla grande: uscite in gruppo con amici, serate a guardare film, insomma, si divertiva. Ma tutto ciò durò troppo poco per poter dire che quell'estate era stata stupenda, dato che, tempo un paio di settimane, aveva iniziato a litigare con tutti gli amici del suo gruppo, uno ad uno. Arrivato Agosto, si era ritrovata triste e sola... il tutto era stato aggravato ulteriormente dal pensiero fisso che ormai di lì a poco, stava per iniziare la scuola. Sarah ODIAVA la scuola.

Inizio a prepararmi: mi lavo, mi vesto, poi faccio una colazione veloce. In realtà avrei voluto che quella colazione fosse infinita, ma poco fa la sveglia mi ha ricordato che è inutile rimandare... mi tocca! E poi non voglio di certo ingrassare. 
Solo all'idea che dovrò incontrare di nuovo tutti i miei "amici" con i quali ho litigato... mi viene da piangere. Non voglio. Dopo quella sera a casa di Marta feci una promessa a me stessa: basta con loro. Basta con gli amici! Tanto si rivelano tutti falsi.
Quella sera... stavamo per guardare un film, era tutto perfetto. Era anche già un brutto periodo per me, però... ormai Marta era l'unica amica che mi restava... non avrebbe dovuto fare tutte quelle battutine stupide sul fatto che lei ha un ragazzo ed io no. Lo sapeva e lo sa che sono troppo permalosa! Non avrei voluto andarmene così. O meglio, in quel momento volevo eccome, ma poi me ne sono pentita...
Intanto mentre navigavo nei miei pensieri è arrivata l'ora di uscire e di andare

mercoledì 16 settembre 2015

Mi presento: perché ho creato "Bloggando con Rò".

Salve a tutti e benvenuti sul mio Blog! 
Mi chiamo Roberto e ho 21 anni. Ho creato questo blog per molteplici ragioni, tra le quali ne spiccano due: condividere la mia passione per la scrittura con tutti voi e provare a rendermi utile nel campo dell'elettronica e informatica.
Amo leggere e scrivere e negli ultimi due anni ho provato per due volte ad iniziare a scrivere dei libri, ma in entrambe, arrivato ad un certo punto, mi sono fermato. Però, per quanto riguarda l'ultimo, non ho mai perso la speranza di riprenderlo, un giorno. Di sicuro in questo mio percorso posterò anche degli scorci di quel "progetto", ma ovviamente condividerò con voi anche tante altre cose: partendo da semplici pensieri a vere e proprie storie... beh, credo che ora come ora nemmeno io so quante cose dirò, quanti pensieri esporrò e quante storie racconterò :)
Riguardo al secondo motivo di spicco, c'è da dire che pur non avendo nessun attestato riguardante il mondo elettronico-informatico, con la mia passione e durante gli anni ho sviluppato una discreta nozione basilare di quei campi. Dunque è per questo motivo che, qui, affronterò anche tematiche al riguardo e/o problemi comuni o non che possono capitare utilizzando pc, cellulari, ecc...

Credo di aver spiegato tutto, aggiungo solo una cosa: essendo nuovo a tutto questo mondo che gira intorno ai Blog, magari mi ci vorrà qualche giorno per "ingranare", ma fidatevi che una volta che ci sarò al 100%, darò il massimo, sempre :)