lunedì 21 settembre 2015

Un'intelligenza superiore. [PARTE 1]

Erano trascorsi due mesi dall'invasione. Il mondo da quel giorno non era più lo stesso. Le autovetture non transitavano più, le fabbriche e i negozi erano tutti chiusi, i classici rumori ai quali la città ci aveva abituati erano svaniti nel nulla, come se tutto d'un tratto le persone fossero sparite. E in effetti, la realtà non distava molto da ciò. Tutte le persone ancora vive dopo la guerra lampo erano rifugiate o nelle loro abitazioni, rinforzate con travi e pezzi di legno o di metallo per cercare di resistere ad un possibile attacco, oppure in gruppi nati poco dopo la conquista del pianeta Terra da parte degli Jumpair. Gli Jumpair... creature robotiche create dall'uomo stesso, che con il passare degli anni hanno preso sempre di più il controllo di tutto. E pensare che in principio erano stati creati semplicemente per servire l'uomo. Infatti, i primi erano simili a domestiche: svolgevano tutte le mansioni di casa, commissioni, e dopo anche questioni d'affari, prediligendo quelle che necessitavano di calcoli matematici molto complessi. Si sa, l'uomo riesce fino ad un certo punto, e così la maggior parte di quei compiti spettavano sempre più spesso ai robot. Poi sono passati ai domini del web, ad esempio l'acquisizione di Google, seguita dopo poco tempo da quella di Facebook, e pian piano tutto il mondo virtuale...
Ma la corda era stata tirata troppo, così si era spezzata. Non ci era voluto tanto
tempo per iniziare a vedere un robot a capo di Google. Poi uno che era leader del mercato in borsa. Poi un altro ancora candidarsi per le elezioni presidenziali Tedesche. Arrivati a quel punto, però, era già troppo tardi... ricevuto il rifiuto da parte delle più alte cariche degli Stati di tutto il mondo alla candidatura di un robot come Capo di una Nazione, essi iniziarono con il ribellarsi. Possiamo considerare quest'ultimo episodio un po' come la goccia che aveva fatto traboccare il vaso... un vaso troppo pieno di uomini che non si erano resi conto della situazione che si stava generando se non quando ormai era irrimediabile. Un vaso che, inserita l'ultima fatale goccia, era caduto rovinosamente a terra mietendo milioni di vittime innocenti con stragi in tutto il mondo: da New York a Sidney, da Tokyo a Parigi. Anche se, in fondo, erano stati un po' tutti complici degli Jumpair... ognuna delle vittime avrebbe dovuto immaginare il disastro al quale si sarebbe potuto incorrere se un'intelligenza artificiale avesse preso il controllo di tutto, il controllo del mondo! Ognuna di loro avrebbe potuto fare
qualcosa per fermare il disastro, nel suo piccolo. Ma tutto ciò non era stato fatto, e la realtà era ben diversa. 
Dopo il rifiuto di praticamente tutto il consiglio internazionale, i robot non avevano perso tempo nel distruggere intere città, iniziando dalla base militare principale degli Stati Uniti: erano collegati tutti tra loro da un dispositivo all'avanguardia chiamato Jumpair. Era stato installato in tutti i robot perché essi venivano visti come i cellulari del futuro. Dovevano essere sempre aggiornati e connessi tra di loro. Dunque, il Jumpair era utilissimo ed indispensabile in ogni robot che si produceva, ma questa era stata anche l'arma a doppio taglio che aveva permesso ai robot di iniziare la loro sanguinosa strage. Chiaramente, in seguito alla ribellione e dopo che il popolo si era per così dire "svegliato" e quindi era conscio del pericolo al quale tutto il mondo stava andando incontro, chiamare i robot "Jumpair" era venuto quasi da subito naturale, dato che il governo degli Stati Uniti d'America aveva spiegato tramite il proprio Presidente la situazione generale e tutte le relative cause.
Tutti temevano gli Jumpair. Ma nessuno era in grado di combatterli o di tenergli testa. Loro erano tutti troppo intelligenti per la razza umana.
Dopo l'invasione globale, le persone superstiti vivevano alla giornata, cibandosi di quel che trovavano... cercavano di uscire di casa solo se strettamente necessario. Ebbene, quello era uno di quei giorni, per Jason.

Mi ero avvicinato alla finestra di casa mia che affacciava sulla strada per controllare se c'erano o meno degli Jumpair. La strada sembrava libera... forse, dopo due giorni di attesa, potevo finalmente uscire per cercare delle provviste.
Fino ad allora ero stato molto fortunato... per quanto ne sapevo, quei robot stavano distruggendo tutte le abitazioni in tutto il globo, in modo da non lasciare nessuno vivo. Prima o poi, sarebbe toccata anche alla mia. E quando sarebbe successo, due potevano essere le mie vie di scampo: non essere in casa in quel momento, oppure riuscire miracolosamente a fuggire come era successo ai Jefferson. Loro erano scappati via, ma non si sa dove. Altrimenti, sarei andato incontro alla mia inevitabile morte.
Avevo preso il mio zaino per l'escursione fuori casa, la pistola con due ricariche ed un walkie-talkie: quest'ultimo, da accendere SOLO in caso di assoluta necessità, quasi in caso di morte imminente. Gli Jumpair potevano intercettare qualsiasi segnale, il lasso di tempo tra l'accensione dell'apparecchio e il rilevamento da parte dei robot era minimo... si parlava di soli 7 secondi. Pochi erano sopravvissuti per raccontarlo. Il canale radio su cui tutti i dispositivi dovevano essere pre-configurati, era il 103... anche il mio era su quella frequenza. Si diceva, che sul 103 i robot impiegavano più tempo per decifrare la provenienza del segnale. Io credevo a tutte queste dicerie... volevo crederci. Ma più di tutto, speravo di non dover mai arrivare al punto di essere costretto ad accendere quell'affare. Oltretutto ero scettico sulla reale utilità del walkie-talkie: cosa mai sarebbe potuto accadere se, avendo la fortuna dalla mia, sarei riuscito a mandare il segnale senza farmi prima ammazzare? Nessuno sapeva la vera risposta in realtà, ma la gente non si faceva domande di quei tempi. Io mi ero fatto una mia idea: il governo ci aveva inculcato la funzionalità dei walkie-talkie solo per farci credere che, nel caso saremmo stati prossimi alla morte, loro avrebbero potuto salvarci. Anzi, ero quasi certo di questa teoria. Avevano approfittato della paura delle persone solo per lavarsi ancora una volta le mani sulla questione dei robot e di come ci trovavamo il quella situazione solo grazie a loro.

Mi ero avviato verso il portone di casa, ma poi pensai che era più saggio uscire dal retro. Anche perché avevo blindato il portone principale con piccole travi di legno. Così, ero uscito dalla porta di fianco, che era più nascosta e meno accessibile per gli Jumpair. Una volta uscito, ero andato cautamente fino alla strada principale.
Il paesaggio che mi aspettava era...                                                                    
                                                                   Continua...
                                     

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