martedì 10 gennaio 2023

Che ne sarà di questo mondo?

 Torno a scrivere sul mio blog dopo anni. Sono quasi le quattro del mattino e mi chiedo davvero cosa ne sarà di questo mondo malato, succube di sé stesso ed incapace di prendere in mano la propria vita. Che ne sarà di tutti questi giovani senza una possibilità per costruirsi un degno futuro? Potrei andare avanti per molto con domande del genere, i problemi che ci sono oggi sono veramente tanti, nella storia dell'umanità azzarderei a dire che mai si è verificata una situazione come questa che stiamo vivendo. Nel 2023, citando solo le più gravi, abbiamo:

- Un cambiamento climatico che sta peggiorando di anno in anno e di cui non ci stiamo curando più di tanto;

- Una guerra in corso in Europa, non succedeva dalla Seconda Guerra Mondiale, che minaccia di finire veramente male;

-Una politica corrotta nella stragrande maggioranza dei più grandi paesi del mondo;

- Una pandemia che fatica ad essere debellata;

- I social, tossici e che potenzialmente potrebbero rovinare ciò che di buono potrebbe esserci nei giovani;

. La frenesia di questo mondo che non si ferma più ad aspettare nessuno, se ti fermi sei perduto.

Credo di aver nominato i punti più critici che stiamo vivendo. Per forza di cose, è la prima volta che tutti questi problemi trovano luogo in uno stesso periodo storico. So che butta un po' giù pensarla così ma purtroppo è la cruda verità: viviamo praticamente ogni giorno in un campo minato. i più fortunati, il giorno successivo, avranno la fortuna di affrontare il campo minato successivo. Non è bello, dico bene?

E se non hai coraggio, se non rischi qualcosa o se non sei nessuno, sei condannato a passare il resto della tua vita così, saltando da una zolla di terra all'altra e sperando con tutto te stesso che non contenga una mina. E laddove dovesse essercene una, sperare non sia mortale o che si inceppi. Per molti di noi ormai la fortuna è quel qualcosa che non minaccia di ucciderti. Un tampone negativo, un'auto che ti sfiora mentre attraversi la strada sulle strisce pedonali, una bomba sganciata a pochi kilometri da dove abiti. Questa sì che è fortuna, vero?

Ma poveri noi... poveri noi che viviamo in questo povero mondo malato, poveri noi che siamo nati proprio in questi anni... e invece no. Perché ogni periodo ha avuto i suoi "campi minati": alcuni letteralmente. Nessuno avrebbe voluto vivere il periodo delle guerre mondiali. Se fossi stato così fortunato da non andare in guerra, stai certo che quantomeno avresti perso un parente, un amico, qualcuno a te vicino. Questo per dire che sì, sicuramente non è un bel periodo, ma quale periodo lo è stato? Pensateci. Nessuno nella propria vita è stato, è o sarà esente da sofferenze, che siano esse personali o globali. 

La mia è solo una riflessione, non voglio dare la soluzione ai problemi (anche perché non ci sono delle soluzioni, o comunque non semplici o veloci o generiche) ma permettetemi di incolpare noi stessi per lo schifo che siamo stati in grado di creare. Complimenti, umanità! Devo ammettere che non deve essere stato semplice riuscire dopo anni ed anni di tentativi a far coincidere tutti questi mali. Chapeau!

Ancora una volta, e sono in conclusione giuro, mi chiedo cosa ne sarà del futuro... abbiamo ancora un futuro al quale guardare con gioia? Ha senso fare progetti a lungo termine, quando da un giorno all'altro un cretino potrebbe decidere di spazzarci via tutti così, perché gli va e perché quella mattina il suo darnitskij e kolbasa non era abbastanza buono? Forse sto esagerando, però occhio. Se c'è qualcosa che amate fare, non rimandatela. Viaggiate, usate il vostro denaro per essere felici, ascoltate musica, andate a trovare la nonna, guardate un film, fate l'amore. Il tempo è prezioso, usatelo bene :)

Alla prossima!

venerdì 3 dicembre 2021

La Casa Di Carta 5 - parte 2: recensione e commenti personali.

Siamo finalmente giunti alla fine de "La Casa Di Carta". La quinta ed ultima stagione si è conclusa oggi, 3 Dicembre 2021, con l'uscita degli ultimi 5 episodi.
Anticipo che questo articolo conterrà degli spoiler, dunque se ancora non avete finito la serie e non volete rovinarvi la sorpresa, non continuate la lettura! (O magari posticipatela a dopo 😉)

Devo essere onesto: avevo paura per questo finale di serie. Sarà che sono abituato ad avere delusioni dai finali delle serie TV, ultimamente. Sarà che la "storia" stessa dei finali di serie non ci ha abituati a nulla di positivo, di solito. Ma queste ultime cinque puntate mi hanno abbastanza soddisfatto, ovviamente la morte di Tokyo è da includere sì nell'ultima stagione, ma avevamo già assisto al fatto un paio di mesi fa con il rilascio dei primi cinque episodi. E questa mossa secondo me è stata positiva, perché la delusione più grande - almeno per me - l'abbiamo già avuta.
Infatti, in questi ultimi episodi, lo spettatore è indotto a credere nella disfatta più totale fino a quasi la fine di tutto. Solo nell'ultima ora si assiste all'effettivo colpo di scena. Parlando razionalmente però c'è da dire che non è stato molto verosimile la situazione che si è venuta a creare, specie nell'ultimo episodio... Ma andiamo per gradi:

In un primo momento scopriamo che, sì, Gandía è davvero morto (avanti, tutti avevamo dei dubbi nonostante le granate) e che sono rimasti 3 militari in tutto, di cui due feriti in modo più o meno grave, l'altro è il capitano. Ed il piano di quest'ultimo è di entrare in

domenica 1 novembre 2020

Viaggio tra sogno e realtà.

Varsavia, anno 2103. Klaus camminava per le strade di quella città, ormai morta, che un tempo era stata la capitale di uno Stato chiamato Polonia. Era stato fortunato a poter usufruire dell'insegnamento di un docente, ora che in nessuna parte del globo c'era un sistema scolastico. Grazie a ciò, sapeva che più di 150 anni prima, il suo paese era stato teatro di guerre e sofferenze, e come ricordo di tutto ciò c'era una cittàOświęcim, in cui ci fu il più grande campo di concentramento. Sapeva anche che la maggior parte del mondo la conosceva col nome di Auschwitz, che era il nome tedesco.
Klaus si trovava su quelle strade perché quello era il giorno settimanale del mercato. Qui si potevano trovare oggetti pre-catastrofe, vestiti nuovi e vecchi, ma anche del cibo, seppur più di rado e per questa ragione era uscito presto da casa sua per arrivare tra i primi sul posto.
Durante il tragitto, il suo sguardo era caduto su un manifesto, ancora colorato, su cui si poteva leggere: LA FINE E' VICINA, datato 2077. Lui era troppo piccolo per ricordare qualcosa, ma i suoi genitori gli avevano raccontato che il mondo così come lo conoscevano loro, era terminato per una serie di fattori. 
Circa novant'anni prima ci fu un brutto virus, preso sottogamba da molti paesi nel mondo. Ciò nel giro di un lustro mise in ginocchio grandi potenze come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Russia. L'economia calava a picco dovunque, tranne che in una Nazione: la Cina. Essa prosperava ed avanzava. Fu così per circa trent'anni, periodo durante il quale il mondo provò a rialzarsi ma in cui, allo stesso tempo, si crearono maggiori antipatie tra le Nazioni. La situazione sembrava abbastanza stabile, ma poi circa cinquant'anni prima le risapute emergenze climatiche divennero insostenibili e così la natura cominciò a ribellarsi: i mari e gli oceani crebbero grazie allo scioglimento dei ghiacciai, la temperatura salì in tutto il mondo di diversi gradi e molte zone divennero desertiche, l'inquinamento mise K.O. lo strato di ozono che ci proteggeva. Suo padre diceva sempre che si sarebbe potuto ancora evitare tutto, ma il mondo andò man mano nel caos: gli equilibri già sottili tra le potenze mondiali si spezzarono per via di scuole di pensiero differenti riguardo a come agire contro la nuova minaccia, e così si finì in guerra. La terza guerra mondiale, durata dal 2075 al 2078, anno in cui la Cina decise di radere al suolo quasi tutto il mondo. Alcuni pazzi sostengono che sia stato meglio così, che il mondo aveva bisogno di una pulizia : basta smartphone, basta internet e social. La verità è che, con un po' di buonsenso, si sarebbe potuto evitare tutto quando i problemi erano ancora gestibili.
Sta di fatto che ormai la situazione in tutto il mondo era tornata più o meno a com'era seicento anni prima, un downgrade enorme avvenuto quasi all'improvviso. Il periodo che stavano vivendo era ancora un periodo di "passaggio", in cui i superstiti della guerra provavano a ricostruire qualcosa che forse era perduto per sempre. Più che altro sopravvivevano in un mondo ormai ai limiti della vivibilità. 
L'unica notizia positiva, in tutto quel caos, era che l'inquinamento era praticamente pari allo zero e la speranza era che la natura si potesse riprendere pian piano da sola.
Anche Klaus con i suoi genitori sopravvivevano, erano stati tra i pochi fortunati ad avere ancora una casa in cui vivere, appena scalfita dalla catastrofe. Il padre lavorava in miniera, come la maggior parte degli uomini: bisognava ricostruire ed i materiali erano fondamentali, mentre quando era a casa si occupava della terra, i cui frutti per la maggior parte sfamavano lui e la mamma. Quest'ultima si dedicava alle faccende domestiche e si prendeva cura di un paio di vacche e qualche gallina, nonché di Klaus. Lui faceva ciò che poteva poiché aveva solo tredici anni. E per l'appunto, recarsi a fare compere al mercato locale era tra le sue mansioni. 
Stava guardando tra vari oggetti presenti su di una bancarella e vide parecchi orologi di ogni forma e misura, alcuni con dei nomi scritti al centro, altri senza, alcuni col vetro rotto, altri

martedì 27 ottobre 2020

Situazione Covid-19 in Italia: quadro passato e presente e ipotesi future, con opinioni personali.

 È ormai chiaro che la pandemia stia facendo molti più danni di quelli che si potevano immaginare. Chi l'avrebbe detto, un anno fa, che oggi ci saremmo trovati a dover combattere contro un virus "sconosciuto" (perché ormai, fortunatamente, seppur partito da tale, sconosciuto non lo è più) e molto potente, contagioso e che avrebbe messo in ginocchio l'intero mondo?

Personalmente, ho sempre creduto che il pericolo di un virus, una guerra o catastrofi simili non fosse poi così utopico. Siamo più di sette miliardi e l'errore di una sola persona può davvero causare tanti guai al mondo intero. E lo stiamo vedendo con il virus che ci siamo trovati a dover combattere, il quale è partito dalla Cina ma si è facilmente e velocemente diffuso su tutto il globo. Noi in Italia siamo stati tra i primi a doverne pagare le spese: nessuno era pronto ad affrontare una tale epidemia a marzo 2020 ed in Italia il virus è arrivato prima che in tutto il resto dell'Europa. Devo dire che non mi sarei aspettato la reazione che in effetti abbiamo avuto: grazie anche alle repentine misure arrivate dal governo, nel giro di un paio di mesi in cui siamo restati tutti (o quasi) a casa nostra, in quarantena, siamo riusciti ad uscire da una situazione che vedeva migliaia di contagi ogni giorno e tanti, troppi morti. Un nostro recente e doloroso ricordo è sicuramente la foto che ritrae dei grossi mezzi militari con al loro interno le bare dei deceduti per via del covid-19, trasportate da Bergamo, uno degli epicentri italiani della prima ondata, in altre città per far sì che potessero essere cremate. Ma c'è stata anche un'altra faccia della medaglia, perché allo stesso tempo è stato significativo il comportamento di alcuni cittadini italiani che invece di disperare hanno reagito a modo loro al grido di "Andrà tutto bene!" o "Ce la faremo!". Chiaramente ognuno l'ha presa in modo differente, ma diciamo che queste persone ci hanno dato ossigeno, che spesso veniva a mancare per via dell'oppressione di casa nostra, sicura sì, ma stretta dopo un po'. Scommetto che anche la villa più grande lo sia diventata. Insomma, alla fine ce l'abbiamo davvero fatta, a superare la prima fase.
Sempre a mio avviso, il primo errore è stato l'essere stati troppo permissivi durante la scorsa estate, una volta fuori dalla quarantena più dura. Capisco il bisogno degli italiani di svagarsi, di andare in vacanza al mare, di andare in discoteca e nei locali a fare baldoria, però poiché venivamo da una situazione alquanto infelice, non sarebbe stato forse meglio limitare almeno la movida notturna? Oppure magari agire in modo più severo riguardo alle regole in spiaggia. Sono stato una sola giornata al mare e ho visto ombrelloni nella spiaggia libera ammassati tutti insieme come se nulla fosse accaduto. Come se il pericolo fosse ormai passato. Ecco, è questo che ha pensato l'italiano medio, che il pericolo maggiore fosse ormai storia vecchia. Certamente è giusto essere ottimisti, ma la linea tra ottimismo e sprovvedutezza è molto sottile. Quella linea è stata oltrepassata da molti italiani e così, da poco più di un mese a questa parte, stiamo affrontando la seconda ondata che sembra anche peggiore della prima. Diversi si aspettavano una seconda ondata, me compreso, ma non avrei creduto possibile un'ondata peggiore della prima. Pensavo ad una ricaduta, come quando hai la febbre per una settimana a trentanove, ti passa ma poi prendi un colpo di freddo e quindi ti torna per un altro paio di giorni, ma più bassa. 
Perlomeno tra la prima e la seconda ondata, la differenza principale sono i morti: l'età media dei contagiati si è abbassata notevolmente grazie anche ai motivi prima citati, e di conseguenza abbiamo molti meno morti, seppur con molti contagi. E questo credo sia anche il motivo per cui il governo non ci abbia ancora messo in quarantena, di nuovo. Perché fino a quando ci sono molti contagiati che guariscono, il problema non è critico. Ma la speranza che il numero di deceduti non salga improvvisamente è tanta, perché in tal caso certamente ritorneremo in quarantena, tutti.
I limiti che da qualche giorno ci sono stati imposti sono quasi dei consigli e credo che i più intelligenti li seguiranno. Bisogna muoversi il meno possibile e rispettare sempre sia il distanziamento che l'obbligo della mascherina, ma purtroppo ci sono alcuni individui che non si curano per nulla di tutto ciò. Non l'hanno fatto mesi fa e continuano a non farlo. Io stesso ho ricevuto dei commenti al limite della derisione camminando per strada con la mascherina indossata. Come se i folli fossimo noi, che rispettiamo le indicazioni per la salvaguardia di tutti, e non loro che se ne fregano altamente, continuando a fare ciò che vogliono. Io capisco anche il non essere eccessivamente duri con i controlli da parte del governo, sarebbe

sabato 10 dicembre 2016

Hotel Dusk: Room 215 - Recensione e commenti personali.

Salve a tutti e bentornati sul mio blog. Oggi sono qui per recensire e dire la mia riguardo un ''vecchio'' gioco per Nintendo DS. Sto parlando, come avrete di certo letto dal titolo, di ''Hotel Dusk: Room 215''. 







Questo gioco è uscito in Europa e quindi in Italia il 13 aprile 2007. E' un videogame di ''seconda fascia'' e quindi, purtroppo, non ha avuto il successo che meritava. C'è da dire, però, che chi lo ha giocato e goduto ha avuto ben poco da lamentarsi.
Hotel Dusk fa parte del genere ''avventura'', ma io lo vedo un misto tra un giallo ed un'avventura grafica. Sì, perché a primo impatto la grafica di questo gioco ti lascia piacevolmente sorpreso: probabilmente gli sviluppatori della Cing hanno pensato ad un modo funzionale per ovviare alla scarsa qualità della grafica del DS, riuscendoci a mio avviso. I personaggi sono dei disegni in movimento, mentre la location rimane del classico design a cui ci ha abituato negli anni il DS.
La trama è a dir poco avvincente, non ci sono momenti in cui non devi far nulla né tantomeno buchi nella trama, la quale risulta non solo filante, ma anche ben strutturata. Una volta completato, una delle prime cose a cui penserete sarà che, chiunque abbia pensato a tutti gli intrecci che si vengono a creare durante il gioco, deve avere proprio una fervida immaginazione unita ad una grande capacità.
Riguardo alla giocabilità, la prima volta potreste impiegarci dalle 12 alle 18 ore (rispettabili, per la tipologia di gioco che è Hotel Dusk), a seconda della vostra capacità e confidenza con gli enigmi, e sopratutto del vostro intuito. Il gioco si divide in 10 capitoli ed ognuno prende un'ora ''virtuale'' fatta eccezione per l'ultimo capitolo, che ne conta due. Esistono diversi finali, sbloccabili a partire dalla seconda volta che lo si completa. Gli enigmi in cui ci si imbatterà durante l'avventura non sono impossibili, ma alcuni hanno una certa difficoltà, il che è cosa gradita.
Il gioco, come già accennato prima, sfrutta tutto ciò che può avere di unico il DS, quali touchscreen e doppio schermo.
Non voglio soffermarmi troppo sul ''corpo'' del gioco, quello secondo me va scoperto da voi: oltre a dirvi che vale la pena giocarlo e che a tratti emoziona anche i più emotivi, vi dico questo videogame (ambientato nella fine degli anni 70') parte dalla storia di un certo Kyle Hyde, ex detective che ora è sulle tracce del suo ex collega Bradley, il quale lo ha tradito. Ma durante la sua permanenza nell'Hotel Dusk, luogo in cui gli è stato commissionato di recarsi dal suo attuale datore di lavoro Ed, Kyle si imbatterà in diverse storie personali di altre persone lì presenti... che scoprirà, successivamente, essere tutti indirettamente collegati con Bradley.

I colpi di scena di certo non mancano, l'unica critica che mi sento di muovere riguarda gli NPG: risultano spesso un po' troppo accondiscendenti con il protagonista, rendendo l'avventura meno realistica. In fondo, gli avvenimenti sono compresi tutti in una nottata e di sicuro non nascono grandi amicizie o non ci si fida del primo che passa in una sola notte... però tutto sommato si sente poco questo peso durante il gioco, dato che si è presi a risolvere ben altri problemi.
Ovviamente non è presente la modalità online. Il prezzo del gioco al lancio era di 40 euro, adesso lo si

domenica 13 novembre 2016

Animal Crossing New Leaf: Welcome amiibo - Recensione e commenti personali.

Sarà dura essere imparziali ed oggettivi in questa recensione, essendo Animal Crossing New Leaf: Welcome Amiibo il mio gioco preferito in assoluto. Ma ci provo, cercando di riassumere sia oggettivamente che soggettivamente la storia del gioco e successivamente prendere in esame ciò che offre.






Partiamo dal nome: fino al giorno prima del recente aggiornamento (che gli ha assegnato la nuova definizione di "Welcome Amiibo"), il titolo aveva il nome di Animal Crossing New Leaf. Ovviamente il nuovo nome è mirato ad esaltare le nuove compatibilità con gli Amiibo, anche se l'aggiornamento in sé ha apportato tante grandi e piccole novità (come i coupon civici e la nuovissima area camper, tanto per citarne un paio) che a mio avviso hanno dato ancor più longevità ad un gioco che ne aveva già da vendere. Basti pensare che il mio tempo di gioco è pari a quasi 2300 ore.
Questo gioco è stato rimandato più volte nell'arco degli anni. Una prima uscita era prevista per il 2012 ma poi non fu così, almeno per noi non-giapponesi. A detta della Nintendo, questo ritardo fu dovuto ad una ulteriore miglioria del gioco. In pratica hanno rimandato per rendere il titolo ancor più pieno di cose, fluido e valido. 
In ogni caso, Animal Crossing New Leaf uscì in Italia il 14 Giugno 2013 (anche se in alcuni casi fu rotto il day-one, come ormai sempre più spesso accade). A primo impatto, il gioco può sembrare lento, anche un po' noioso se vogliamo dopo la partenza... beh forse lo è per chi non è amante del genere, ma sono sicuro che ogni altra persona può confermare il fatto che ACNL è un titolo completo. Ripeto, è una questione di gusti: se sei abituato ed ami prettamente giochi di azione, guerra o calcio, difficilmente ti appassionerai a questo titolo, ma contrariamente, che tu sia un amante di più e più generi o solamente del genere gestionale/di simulazione, allora resterai incantato da ciò che può offrirti.
Sviluppato esclusivamente per Nintendo 3DS da Nintendo, il gioco è rivolto ad una fascia di età che va dai 9/10 anni fino ai 16/17, ma nonostante ciò molti

sabato 3 settembre 2016

Uno sguardo in avanti.

Con l'oscurità che incombeva, la pioggia picchiettava lievemente contro la finestra della camera da letto di Tom. Tom Mervol era un bel ragazzino di dodici anni, basso e magro, con folti capelli biondo scuro ed occhi verdi. Aveva delle lentiggini sul suo piccolo naso a patata e delle labbra molto sottili. Era solito indossare un berretto da baseball con la visiera volta all'indietro e masticava spesso un chewing gum, prediligendo il gusto mirtillo. In quel momento era intento nello scambiare messaggi con il suo nuovo cellulare, comprato quella mattina. L'ultimo modello arrivato sul mercato, e non stava mancando di farlo sapere a tutti i suoi amici. 
La pioggia stava aumentando la sua intensità. Ora si udiva chiaramente battere anche sul tetto di lamiera del ripostiglio per gli attrezzi di suo padre. Così, Tom decise che era arrivato il momento di testare anche le sue nuove cuffiette, in modo da poter coprire quel fastidioso rumore che lui odiava tanto.
Si stava lasciando andare al tepore delle sue coperte, con il cellulare ancora in mano aperto sulla chat di un suo amico, il quale gli stava chiedendo le caratteristiche tecniche del suo nuovo telefono (le quali Tom neppure conosceva), quando all'improvviso si era sentito un forte tuono provenire dall'esterno. Tom aveva sobbalzato ed il telefono gli era scivolato dalle mani per finire a terra, sul suo tappeto cremisi canadese. Dopo aver imprecato, aveva ripreso il cellulare da terra ed era tornato a messaggiare, ma di lì a poco andò via la corrente e quindi si spense la luce. Tom si guardò per qualche minuto attorno, poi si rassicurò e tornò alle sue cose.
 Ma si sentiva stanco, si stava facendo tardi... stava per riaddormentarsi, quando un altro tuono echeggiò forte. Ma stavolta era diverso... non sembrava un vero e proprio tuono. Era un rumore più intenso, come se fosse stato uno squarcio, più che un tuono...
Poi le finestre si spalancarono. All'improvviso iniziò a soffiare un vento fortissimo che riversò la pioggia all'interno della stanza di Tom, il quale di scatto stava correndo a chiuderle, ma non ebbe il tempo; due braccia sbucarono apparentemente dal nulla attraverso la finestra aperta e in pochi secondi si ritrovò immobilizzato, strisciando attraverso il suo giardino, i vestiti che si inzuppavano. Si sentiva confuso, iniziava a connettere poco con la realtà... poi tutto divenne bianco, una forte luce troppo luminosa lo invase e...
gli parve di aver fatto una lunga e conciliante dormita. Aveva aperto gli occhi lì dove pochi secondi prima era a letto, nella sua camera. Solo che era giorno, il sole splendeva alto in cielo, e sembrava tutto così... trasandato.
Non capiva cosa stesse accadendo... notò che i suoi vestiti erano asciutti. Poi camminò fino alla finestra, e affacciandosi vide un uomo nel suo giardino intento a fare lavoretti con il recinto. Ma Tom non conosceva quell'uomo, cosa ci faceva nel suo giardino?
Poi l'uomo si voltò: