giovedì 17 settembre 2015

Un risveglio tormentato.

Suona la sveglia.
Non mi va di alzarmi... stanotte ho dormito poco e male: la rimando di 5 minuti.
Suona la sveglia, di nuovo.
Guardo l'orario: 06:35. Cosa?? Ma... mah, mi converrà alzarmi, tanto non posso rimandare all'infinito... devo andare a scuola.

Sarah odiava la scuola. Per lei quello era il primo giorno dopo un'estate molto tormentata: iniziata male e finita peggio. Nel mese di Giugno sarebbe dovuta partire con i genitori per un viaggio in Corsica, ma due giorni prima della partenza era stato annullato tutto per via di una chiamata di lavoro estremamente urgente di suo padre. Luglio invece era iniziato alla grande: uscite in gruppo con amici, serate a guardare film, insomma, si divertiva. Ma tutto ciò durò troppo poco per poter dire che quell'estate era stata stupenda, dato che, tempo un paio di settimane, aveva iniziato a litigare con tutti gli amici del suo gruppo, uno ad uno. Arrivato Agosto, si era ritrovata triste e sola... il tutto era stato aggravato ulteriormente dal pensiero fisso che ormai di lì a poco, stava per iniziare la scuola. Sarah ODIAVA la scuola.

Inizio a prepararmi: mi lavo, mi vesto, poi faccio una colazione veloce. In realtà avrei voluto che quella colazione fosse infinita, ma poco fa la sveglia mi ha ricordato che è inutile rimandare... mi tocca! E poi non voglio di certo ingrassare. 
Solo all'idea che dovrò incontrare di nuovo tutti i miei "amici" con i quali ho litigato... mi viene da piangere. Non voglio. Dopo quella sera a casa di Marta feci una promessa a me stessa: basta con loro. Basta con gli amici! Tanto si rivelano tutti falsi.
Quella sera... stavamo per guardare un film, era tutto perfetto. Era anche già un brutto periodo per me, però... ormai Marta era l'unica amica che mi restava... non avrebbe dovuto fare tutte quelle battutine stupide sul fatto che lei ha un ragazzo ed io no. Lo sapeva e lo sa che sono troppo permalosa! Non avrei voluto andarmene così. O meglio, in quel momento volevo eccome, ma poi me ne sono pentita...
Intanto mentre navigavo nei miei pensieri è arrivata l'ora di uscire e di andare
alla fermata del bus, sono le 07:20.  Ho paura. Tanta paura. Non voglio!
Esco di casa. Scendo le scale del mio condominio, non sento nessuno. Nessuna voce o rumore, ci sono solo io. I miei passi rimbombano, cerco di camminare con più delicatezza. Arrivo al portone, lo apro. Mi investe quell'ondata di freddo mattutino tipica di Settembre. Ho i brividi per un attimo, poi passano. Mi dirigo verso la fermata, che si trova a circa 500 metri da casa mia.
Intanto la mia mente ritorna a quest'estate... Giugno... cacchio, sarei dovuta andare in Corsica! Forse le cose non sarebbero così adesso, se non fosse saltato tutto. Forse se papà non fosse impegnato 24 ore su 24, in vacanza ci saremmo andati quest'anno! Ci ha promesso di portarci sulla neve, a Cortina, questo inverno... ma chi lo sa. Ormai non ci spero più che lui mantenga quel che dice, non è la prima volta che dice qualcosa che poi puntualmente non facciamo. A parlare sono bravi tutti, servono i fatti.
Arrivo anche alla fermata... ormai ci siamo. Manca poco, Appena salirò, vedrò una parte di quegli "amici". Che devo fare? Li saluto, oppure no? Sarebbe buon'educazione... non so! 
Almeno stamattina, però, sono riuscita a distrarmi dal pensiero che, nonostante tutto, tra poco meno di un'ora sarò seduta in quel banco che tanto odio. Anche se, per farlo, non è che io abbia pensato ad unicorni che saltellano tra gli arcobaleni.
Vedo in lontananza l'autobus avvicinarsi. Il cuore mi batte a mille. Arriva. Apre le porte. Salgo.
Suona la sveglia.
Era solo un sogno... guardo l'orario: 06:40.

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